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Nuovi prodotti per la filiera del biogas: un altro tassello sul cammino verso la sostenibilità



Finalmente qualcosa si muove.

Parliamo del DL 17/2022 che, pur se nato nelle circostanze drammatiche che tutti conosciamo, sembra aver il pregio di far compiere un passo avanti più veloce nel cammino verso lo sviluppo delle rinnovabili.

Nello specifico, grazie ad un emendamento inserito all’art. 12 bis del DL 17/2022 “Misure urgenti per il contenimento dei costi dell’energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali” in fase di conversione in legge alla Camera dei Deputati, diversi sottoprodotti dell’industria agroalimentare fino ad oggi non impiegabili negli impianti di biogas e biometano, saranno finalmente utilizzabili.

Infatti, l’articolo 12 bis (Biomasse utilizzabili negli impianti biogas e biometano agricoli ai fini dell'impiego di digestato agroindustriale) fra le varie voci recita:  1. Al fine di semplificare il processo produttivo negli impianti di biogas e di biometano, i sottoprodotti di cui ai punti 2 e 3 della Tabella 1A del decreto ministeriale del 23 giugno 2016, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 150 del 29 giugno 2016, nel rispetto dei requisiti di cui all'articolo 184-bis del decreto legislativo del 3 aprile 2006, n. 152, e ammessi in ingresso agli impianti di produzione di biogas e di biometano, si intendono ricompresi nella definizione di cui all'articolo 3, comma 1, lettera i), del decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali 25 febbraio 2016, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 90 del 18 aprile 2016. se rispettano le condizioni previste dall’articolo 184-bis del decreto legislativo del 3 aprile 2006, n. 152 e se l’utilizzo agronomico del digestato prodotto rispetta altresì le disposizioni previste dal Titolo IV del decreto del Ministro delle politiche agricole

Dall’entrata in vigore del decreto ministeriale nel 2016, Biological Care si era mossa per correggere quello che, da subito, era parso un vero e proprio freno allo sviluppo delle rinnovabili nel settore biogas.

Infatti, la famosa Tabella 1A del suddetto DM2016 prevedeva che molti sottoprodotti, pur potendo essere virtualmente impiegati negli impianti, davano origine ad un digestato considerato rifiuto ed erano, quindi, di fatto esclusi e non utilizzabili.

Questo limite, nel tempo, si è trasformato in un vero problema. Da un lato per la crescente domanda di sottoprodotti da parte degli impianti e, dall’altra parte, per la necessità della filiera agroalimentare di mettere finalmente a valore biomasse residuali di grande potenzialità energetica.

Grazie all’emendamento saranno così ammessi a produrre digestato idoneo come fertilizzante, oltre a tutti i sottoprodotti agricoli già ammessi ed ai sottoprodotti agroindustriali già elencati all’allegato IX del DM febbraio 2016 (es. sottoprodotti della prima lavorazione ci cereali, frutta, ortaggi, ecc), anche le seguenti matrici fino ad oggi escluse:

  • sottoprodotti dell’industria della panificazione, della pasta alimentare, dell’industria dolciaria: sfridi di pasta, biscotti, altri prodotti da forno;

  • sottoprodotti della torrefazione del caffè;

  • sottoprodotti della lavorazione della birra;

  • sottoprodotti della lavorazione di frutti e semi oleosi: terre decoloranti usate oleose, pezze e code di lavorazione di oli vegetali.

  • sottoprodotti della trasformazione degli zuccheri tramite fermentazione;

  • sottoprodotti della produzione e della trasformazione degli zuccheri da biomasse non alimentari;

  • sottoprodotti della lavorazione o raffinazione di oli vegetali

Questo intervento risolve un annoso problema, che impediva di fatto la valorizzazione negli impianti di una serie di residui di lavorazione che al contrario possono contribuire egregiamente alla produzione energetica nazionale. Si attende ora l’approvazione definitiva del provvedimento e la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Biological Care, auspicando questo scenario, si è mossa da tempo per essere in grado di gestire più tipologie di sottoprodotti aprendo un nuovo stabilimento, dedicato specificatamente al trattamento delle biomasse solide, cioè a tutta la gamma di prodotti e sottoprodotti vegetali provenienti dal comparto agricolo e agroindustriale. Si tratta di ben 5.000 mq di superficie coperta, 20.000 mq di piazzali e 6.000 ton di silos con essiccatoio annesso, dove prevediamo di trattare circa 20.000 tonn/anno di biomasse, pari a circa 5 milioni di mc/anno di biometano. Un altro investimento di Biological Care per la transizione energetica del futuro.

Sergio Frascari CEO Biological Care

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